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Coltivare l’ottimismo: come allenare il pensiero positivo

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Le cose non possono andare bene.

Questo è stato il pensiero che mi ha accompagnato per molti anni della mia vita da adulto. Non so nemmeno com’è cominciato, come si è insinuato.

Adesso lo compendo e lo analizzo ma prima che lo identificassi era lì, sabotatore silente di ogni scelta e di ogni tentativo. Aveva modi di manifestarsi diversi, istrionici, subdoli. Non si presentava mai direttamente alla porta ma mandava i suoi scagnozzi. Il dubbio, l’indecisione, la paura. E poi lei, l’ansia.

Si trattava di una paura strana. Era come un vento leggero che soffiava costantemente, senza mai diventare tempesta. Ma presente nei giorni assolati e in quelli grigi, nei sonni e nelle veglie, nelle parole e nei silenzi. Era fedele testimone di piccole e grandi scelte quotidiane.

Ho avuto per anni un grande amico, il pessimismo. Mi sembrava impossibile pensare in modo diverso. Era l’unico modo che conoscevo di guardare al mondo e al futuro.

Ma ottimisti si nasce o si diventa?

Ad un certo punto ho iniziato chiedermelo. Avvolto da costanti pensieri negativi, visioni pessimiste e senso di impossibilità. Ogni volta che dovevo valutare o scegliere rinunciavo, a prescindere. Giocavo a non giocare. Si annidavano nella mia mente pensieri di impossibilità. Pensavo solo alle conseguenze negative che ci sarebbero state e che sarebbero durante per sempre o almeno per moltissimo tempo.

Sperimentavo una sorta di dipendenza dai pensieri negativi. Perché per anni siamo stati compagni fedeli.

Tante alte persone intorno a me andavano avanti e affrontavano gli errori o le difficoltà.

E allora perché? Sì, la domanda che mi spesso mi facevo era perché io non ci riesco?

Se non sei un ottimista, puoi scegliere di esserlo attraverso una decisione irreversibile unita alla strenua forza di volontà.

Scegliere l’ottimismo.

Cambiare il modo di pensare. Essere ottimista non è altro che un’abitudine di pensiero che ha conseguenze.

Puoi diventare un ottimista. Puoi guardare agli ostacoli, alle difficoltà e alle sfide in modo diverso.

Il pessimismo ha come suo alleato il pensiero che non c’è nulla che tu possa fare per cambiare le cose. Forse mai come in questo momento storico siamo tutti a rischio di acquisire un’abitudine a pensare in modo pessimista.

L’atteggiamento negativo pervade ogni aspetto della nostra vita. Facciamo caso solo a quello che non va, ci lamentiamo. Non vediamo o non valorizziamo quello che ha funzionato o che ci piace. Lo diamo per scontato.

E questo atteggiamento può prendere il sopravvento.

Ci sono cose che non puoi influenzare ma ce ne sono moltissime altre su cui tu puoi incidere.

Se vuoi condurre una vita più soddisfacente ristruttura il tuo modo di pensare.

Situazioni complesse, difficili e stressanti possono capitare e delle volte non è possibile evitarle. Quello che puoi cambiare è lo stile di pensiero che adotti in queste situazioni. In funzione del tuo modo di pensare, puoi andare avanti, trovare la soluzione o restare bloccato su quelle situazioni negative.

Il pensiero negativo non è una strada senza uscita.

Puoi farci qualcosa.

Puoi trasformare il tuo modo di pensare

Puoi diventare ottimista

Basta allenarti.

Questa è la buona notizia ma anche la cattiva.

Vuol dire che puoi farci qualcosa, puoi intervenire puoi controllare i tuoi pensieri. Ma vuol dire anche che occorre allenamento, impegno e volontà.

Così come puoi sviluppare le tue capacità fisiche, puoi allenare anche le tue capacità mentali come la concentrazione, la memoria l’attenzione e le tue capacità emotive, riconoscere cosa provi, navigare le emozioni.

Anche tu commetti due errori quando pensi alla tua mente.

Pensi che non ci puoi fare nulla, che sia tutto geneticamente predeterminato

Pensi che per cambiare basta l’intenzione.

Due fattori importarti ma c’è un terzo elemento che conta, l’allenamento costante. Può portarti ad ottenere risultati sorprendenti.

Anche tu ti sei allenato fino ad ora. Scommetti?

Ti sei allenato a rimuginare, a pensare negativamente. Quando lo fai evochi altri pensieri negativi ed emozioni spiacevoli. Questo non fa altro che rafforzare il circuito neurale del pessimismo. Ti alleni a percorrere in maniera sempre più rapida questo circuito di fronte agli eventi della tua vita.

Vuoi diventare un campione della negatività?

Non sarebbe meglio diventare un campione del pensiero positivo?

Non sarebbe meglio allenarti ad accogliere emozioni positive?

 

Voglio subito ricordarti una frase di Thoreau che dice “Le cose non cambiano, siamo noi che cambiamo”. Quello che puoi fare è riconoscere qual è il tuo stile di pensiero prevalente e come ti condiziona come puoi attivare uno stile più utile per gli obiettivi che vuoi raggiungere.

Pensa a come pensi

Come esseri umani siamo dotati duna grossa abilità, avere una visione d’insieme delle cose, assumere un atteggiamento di distacco dal problema, qualunque esso sia, e vedere le cose da un punto di vista diverso. David Di Salvo la chiama metacognizione, la capacità di riflettere sul proprio modo di pensare. È il processo attraverso il quale l’informazione, da un livello inconscio, passa ad un livello conscio.

Già lo fai in realtà. Puoi utilizzare in maniera più consapevole questa abilità.

È l’abilità più potente che hai a disposizione e la puoi utilizzare per correggere i tuoi pensieri, laddove sono limitanti e bloccanti.

E allora la prima sfida che ti lancio è di riconoscere i pensieri che fai abitualmente quando ti trovi a dover prendere una decisione o pensare ad uno scenario futuro. Più pensi a come pensi meno corri il rischio di agire con il pilota automatico.

Man mano che alleni la tua consapevolezza, diventi sempre più consapevole di come le tue esperienze condizionano il tuo cervello.

“Più bravi diventiamo a pensare il nostro pensiero, migliori saranno il nostro adattamento al cambiamento e la nostra capacità di scegliere strade che ci consentono di ottenere risultati migliori nella vita” ─ David DiSalvo

La tua mente è potentissima. Molte ricerche, condotte in vari campi negli ultimi anni, dimostrano come il cervello possa influenzare completamente la tua vita ed ogni scelta che fai. Attraverso i tuoi pensieri vengono create delle abitudini da cui derivano degli atteggiamenti, gli stati d’animo.

 

Non ho la soluzione miracolosa, non voglio dare generici buoni consigli o una semplice spinta a pensare positivo.

 

Quello che voglio proporti in questo articolo è un allenamento, una pratica a pensare in modo positivo, consapevole che i pensieri incidono sulle nostre emozioni e determinano le nostre scelte.

 

La pratica dell’ottimismo si basa su evidenze scientifiche, va allenata per poterla potenziare. Il sapere non basta, è necessaria una pratica per cambiare il tuo modo di pensare occorre esercitarsi.

Vuoi lamentarti di meno?

Pensare in maniera meno negativa al tuo futuro?

Vuoi stressarti di meno?

Vuoi goderti di più la vita?

Non basta volerlo, occorre allenarsi. Non rimanere in attesa della manna dal cielo o del colpo di fortuna. Potrebbe non arrivare mai.

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Prima di cominciare: fletti i muscoli e ricorda

Conta ciò che fai non ciò che sai. Tutti noi su un piano teorica sappiamo cosa ci piace e cosa no, cosa ci fa stare bene e cosa no, cosa ci rende felici. La vera difficoltà on è nel saperlo ma nel metterlo in pratica. La pratica richiede impegno.

I pregiudizi ti fanno stare comodo. Proprio perché allenare uno stile di pensiero positivo richiede impegno è più facile mollare, nascondendosi dietro a giudizi preconfezionati che ci lasciano comodi senza il bisogno di fare nessuno sforzo.

Persevera. Allenare il tuo ottimismo richiede tempo. Come per apprendere altre abilità, anche in questo caso i cambiamenti sono graduali e richiedono costanza.

Somma gli impegni. Un’unica azione non può cambiare le tue abitudini di pensiero. Gli allenamenti che fai vanno anche sommati tra di loro. Tutti insieme possono diventare un motore di cambiamento potente.

Mantieni la lucidità. Modificare il proprio modo di pensare non vuol dire che l’infelicità non esista. Ma il pensiero positivo può diventare la tua ancora di salvezza propria quando arrivano i momenti difficili. Se non alleni il tuo pensiero positivo, la tua vita e i tuoi giorni possono sembrare come un susseguirsi di problemi e preoccupazioni.

L'allenamento per diventare un campione del pensiero positivo

In tema di ottimismo io non sono un campione. Conosco molte persone superdotate, capaci di individuare in un batter d’occhio le opportunità ed il lato positivo anche nelle situazioni difficili. Io non sono tra questi ma mi applico, mi alleno, studio e approfondisco. Con un allenamento costante sono riuscito a sostituire un modo di pensare ma devo sempre impegnarmi e faticare un po’.

  1. Riconosci i pensieri negativi. Prenditi del tempo e identifica i pensieri negativi che ti assalgono. Solitamente sono molteplici e avvolgono diversi aspetti della tua vita. Cerca di comprendere qual è la loro origine. Individua con precisione a cosa fanno riferimento, un lavoro, un progetto, la famiglia. Una volta individuato chiediti che beneficio ti porta pensare in questo modo. Probabilmente nessuno. Ti porta in uno stato di blocco e rischia di lasciarti immobile e impotente.
  2. Alza il dito medio alla tua voce interiore. Noi dialoghiamo costantemente con noi stessi. Lo fai anche tu. Il tuo dialogo interno è determinato dai pensieri che fai. Rappresentano la tua voce interiore che ti invia continuamente dei messaggi. Alza il dito medio a tutte quella voce che ti dice che non sei abbastanza, che non ce la puoi fare, che tutto andrà male. Quella voce ti sta sabotando.
  3. Riscrivi i tuoi pensieri negativi. Fai una lista dei pensieri negativi che viaggiano nella tua testa. Prendi un foglio di carta, dividilo in due colonne. Su quella di sinistra scrivi tutti i tuoi pensieri negativi. In quello di destra, riscrivi tutti questi pensieri in modo positivo. Sostituisci le parole negative con parole che esprimano quello che vuoi ottenere.
  4. Pratica la gratitudine. Riconosci le cose positive che ci sono nella tua vita. Non più soltanto quello che manca e quello che può andar male ma quello che già hai. Esprimi gratitudine per le cose che hai. La gratitudine vi farà stare meglio e ti farà stare meglio. Anche in questo prendi un foglio e fai una lista di cose di cui sei grato dalle più grandi alle più piccole, la casa, le persone che ti vogliono bene, un tramonto… Tienila sul tuo comodino e arricchiscila giorno per giorno.
  5. Sii meno severo. Siamo i giudici più severi di noi stessi. Un atteggiamento critico e giudicante verso te stesso può minare i tuoi comportamenti e il tuo agire. Spesso il tuo giudice interno prende il sopravvento e fa dichiarazioni esagerate e drammatiche su quello che accade e su di te. Riconosci e mettilo a tacere. Sostituisci le sue dichiarazioni come “Non sono sufficientemente capace” con “Farò del mio meglio”, “Non sono abbastanza” con “Mi allenerò per migliorare” e così via.

Per tanto tempo nemmeno realizzavo quanto il mio modo di pensare stesse determinando tutto quello che facevo. Ogni singola scelta avevo un retrogusto di rinuncia. Ogni rinuncia aveva un costo. Arrendersi. Ma la cosa peggiore sai qual era? Che era un processo automatico. Nessuno ne era a conoscenza. Tantomeno io. Un patto stretto tra la scarsa fiducia in me e una visione negativa del futuro.

Anche quando erano gli altri a dirmi, vai puoi farlo, io non vedevo l’occasione ma soltanto l’impossibilità.

 

Un ottimista sceglie, è consapevole della realtà che lo circonda ma si concentra sulle possibilità e sugli aspetti positivi.

Puoi scegliere di pensare ai tuoi pensieri come a nuvole, e non fissarti su di essi, perché come le nuvole passano e lasciano il cielo sereno, o abbuiano la tua giornata, anche i pensieri fanno lo stesso. Fermati ad osservarli con distacco e comincia da lì a considerare la qualità dei tuoi pensieri.

Puoi scegliere di guardare al bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto.

Puoi scegliere di essere ottimista.

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La realizzazione di questo futuro richiede lo sviluppo di competenze professionali e interpersonali che permettano di essere i leader di domani.

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Luigi Poto
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Con questo blog voglio parlare al “potenziale” che è dentro di te: il lavoro che svolgo ha lo scopo di supportarti, di stimolarti e, allo stesso tempo, di darti uno schiaffo sulla faccia. Uno schiaffo che sappia di cura, di gentilezza, di cambiamento. Uno schiaffo che sappia di risveglio. Come quando la mattina apri gli occhi e inizi a guardare il mondo intorno a te e dentro di te con nuovi occhi.

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