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Determinazione: 6 modi per imparare a non mollare

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Mentre scrivo ascolto “So far so close” di Ólafur Arnalds, uno dei mei compositori preferiti.

È stata una giornata lunga di lavoro; coaching, conference, progettazione.

Il pezzo inizia così “So far from who I was…” , “Così lontano da chi ero. Così lontano da chi amo. Così lontano da chi voglio essere”.

Sembra scritta per i giorni che abbiamo vissuto e per raccontare le sensazioni e i pensieri che si sono alternati in questi mesi.

Molte persone mi hanno raccontato di essersi sentite disorientate, impaurite, impotenti.

Il mondo aggredito e noi immobili.

 

“So far from all our dreams
From all it means
From you here next to me”

 

Ma proprio queste giornate ci hanno offerto e ci continuano ad offrire l’occasione per riflettere, scegliere e ricominciare.

In questo periodo il mio lavoro ha avuto un forte impatto, da vari punti di vista. Progetti sospesi, trasferte annullate, percorsi formativi da ridisegnare in modalità digitale. E via fiumi di chiamate, ore passate a confrontarsi, giornate impegnate a scrivere. E, per fortuna, il coaching. Ogni giorno connesso. Soli e uniti.

So che questa situazione è analoga a quella che hanno vissuto migliaia di persone. Siamo rimasti bloccati. Siamo rimasti sbalorditi. Siamo rimasti impauriti. Almeno per un po’.

Lenti e veloci. Lenti, a casa, con tempi diversi. Veloci, per il lavoro che sembra essersi moltiplicato. Lenti per il senso di impossibilità, in piedi dietro alle porte di casa. Veloci per il turbinio di pensieri ininterrotti, alla ricerca di un modo per aprire quelle porte. Lenti come le parole che non sanno più cosa dire. Veloci come la forza di alzarsi e sostenere i figli. Lenti come le lacrime. Veloci come il conforto che abbiamo dato ai nostri genitori.

Siamo stati tutti costretti a reinventarci, ad ampliare le nostre abilità, a adattare quello che facciamo e il modo in cui lo facciamo a quello che sta accadendo. Lì fuori un mondo, stravolto, che non è lo stesso di tre mesi fa.

 

“So far from seeing home
I stand out here alone
Am I asking for too much?”

Apprendere dalla crisi

La cosa più strana?

Tutto questo ha avuto anche un qualcosa di bello. Amaro e bello.

Vedere il condominio pieno di gente, i balconi affollati, le tapparelle alzate, lo sport sul terrazzino di casa, le luci accese fino a tarda sera. Una musica di pianti di bambini, di tavole apparecchiate, di voci che chiamano, di odori di cucinato.

Una sensazione di vicinanza, solidarietà e connessione. Soli e uniti.

Come quando sei su un treno guasto, fermo nel nulla e non puoi far altro che parlare con i tuoi vicini di posto. E scopri quel senso di improvvisa e inattesa familiarità e vicinanza.

Abbiamo avuto tutti una seconda possibilità.

Anche tu.

La possibilità di non soffocare in una vita che non ci appartiene.

La possibilità di lasciare andare le storie che ti sei sempre raccontato ma che non ti raccontano più.

La possibilità di essere te stesso.

Mentre scrivo, ripercorro la mia esperienza recente. Ripenso agli ultimi mesi.

Io a Roma, i miei lontani, gli amici a due passi ma senza poterli vedere. Ho sentito la voce timida di mia madre che chiede, quando vieni? La voce energica di mio padre che mi dice “E adesso?”

Ricordo ogni singola faccia, dall’altra parte di uno schermo. Ricordo le parole. Ricordo le emozioni delle persone che ho accompagnato in queste settimane.

Strada facendo ho trovato la tenerezza per rispondere a mia madre “presto”, il coraggio per rassicurare mio padre “ricominceremo”, la forza per accogliere tutte quelle emozioni.

Penso anche a delle cose che ho fatto, a zone nuove che ho esplorato, a sfide che ho accettato, a volte senza nemmeno rendermene conto. Mi ritrovo a pensare alla possibilità che questo tempo mi ha dato.

Probabilmente questo non è diverso da quello che è stato fatto da tantissime altre persone.

Questo riguarda anche te.

Pensa a qualche mese fa, organizzavi le tue giornate così come avevi sempre fatto. Ti avviavi a vivere un altro anno “tradizionale”. E magari avrebbe funzionato.

Non avresti mai immaginato che tutto sarebbe cambiato da lì a poco, che saresti rimasto chiuso in casa e bloccato, come gran parte della popolazione mondiale.

Eppure hai reagito, ti sei organizzato, hai avuto coraggio.

Hai avuto la stessa tenerezza e la stessa forza. Hai esplorato nuove parti di te.

 

“And show me hope again

We’ll run side by side”

La determinazione

Adesso il pezzo che scorre sulla mia playlist è “Quelli che restano” di De Gregori ed Elisa

 

“È che mi chiedevo se la più grande fatica
È riuscire a non far niente
A lasciare tutto com’è fare quello che ti viene”

 

Fermati a pensare, guardati con altre lenti, rileggi la realtà con altri occhi.

Mentre eri chiuso in casa, ad attendere che tutto si risolvesse, come in una specie di sala d’aspetto, hai scoperto che ci sono delle possibilità per affrontare le cose in modo diverso.

Hai scoperto che hai un superpotere, la determinazione.

 

“È che mi lasciavo trascinare in giro dalla tristezza
Quella che ti frega e ti prende le gambe
Che ti punta I piedi in quella direzione opposta
Così lontana dal presente”

 

Ci sono fatti oggettivi che non puoi cambiare. Lo so. Il virus, le limitazioni, la crisi.

Tuttavia, il modo in cui decidi di valutare questi fatti fa la differenza. Le risorse che metti in campo per rispondere a tutto questo fa la differenza. Solo quando decidi di credere di potercela fare, che la sfida può essere vinta, che le tue azioni sono importanti, che rinascere è possibile, allora puoi fare appello alla tua determinazione per fare in modo che il futuro si concretizzi.

Usa la tua determinazione!

La vita non ti offre molte garanzie, ma una cosa è certa: ci saranno battute d’arresto e momenti di blocco. Proprio come adesso.

In ogni caso, hai sempre due alternative. Puoi rimanere immobile, lasciarti sopraffare dalla paura, dare spazio ai tuoi pensieri negativi sul futuro. Oppure puoi analizzare la difficoltà e comprendere cosa puoi fare. E ancora cosa puoi fare.

Usa la tua determinazione per investire sui tuoi progetti, riorganizzare il tuo lavoro o la tua vita, e ripartire con slancio

 

“Ma noi siamo quelli che restano
In piedi e barcollano su tacchi che ballano
E gli occhiali li tolgono e con l’acceleratore fino in fondo
Le vite che sfrecciano”

 

Le stesse risorse che hai messo in capo in questa situazione erano già dentro di te. Ma forse non le vedevi o non le impiegavi abbastanza. La determinazione era già lì rannicchiata in qualche angolo della tua mente. Un po’ assopita. In attesa di poterti aiutare. E ora è più vigile che mai.

Vuoi buttare via tutto questo?

Vuoi lasciarla ancora in quell’angolo?

Vuoi davvero sprecare questa occasione?

Una delle cose più sorprendenti di questa crisi è stato proprio che abbiamo riscoperto le nostre risorse e le nostre emozioni. Abbiamo scoperto la nostra determinazione che è come un fuoco che può essere alimentato.

Ho pensato e ripensato a come non sprecare tutto questo, a come allenarla e rafforzarla ulteriormente. Ho riflettuto, riaperto libri e ripescato strumenti appressi strada facendo.  Ne condivido alcuni per rendere prezioso e consolidare ogni singolo apprendimento di questo periodo.

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1. Presta attenzione alla tua paura

Hai provato paura?

Se ci pensi, dopo questa crisi, hai un diverso rapporto con la paura. Hai scoperto che può essere accolta, compresa e usata.

Ho letto e periodicamente riprendo il libro “Atlante delle emozioni” di Tiffany Watt Smith. C’è una frase che mi colpisce sempre a proposito della paura, una frase di Michel de Montaigne “la paura è la cosa di cui ho più paura”.

In realtà la paura può essere tua amica, alleata e guardia armata.

In queste settimane la paura ti è servita, ti ha permesso di rimanere a casa, di essere prudente, di monitorare ed evitare i possibili rischi.

Ma la paura può essere anche la tua trappola. Può prendere il sopravvento, ti può bloccare e impedirti di agire.

Cosa puoi fare?

  • Riconoscila, dalle un posto, falla salire a bordo ma non farle prendere il comando. Lascia alla guida la tua determinazione. Ti farà procedere veloce con il supporto della paura che ti dirà le strade da evitare.
  • Dalle un nome. Paura è qualcosa di generico e indefinito. Individua esattamente di cosa hai paura. Annotati su una agenda le paure che hai provato nel corso di un intero mese. Dagli un nome specifico. Scoprirai al termine di questo periodo che la maggior parte non si sono verificate.
  • Metti a dura prova la tua paura. Sei tu a generarla e, facci caso, la stragrande maggioranza delle cose che temi che accadano, in realtà non si verificano. Mettiti seduto e immagina gli scenari peggiori che possano capitare e come puoi fare per gestirli. Ad un certo punto il tuo cervello si stancherà e smetterà di cercare scenari tragici. Questo avrà un effetto immediato, abbassare il tuo livello di paura così da poterti poi concentrare sui compiti importanti.
  • Rendila visibile. Renditi pubblico. Renditi vulnerabile. Dichiara le tue paure, condividile con le persone che ti stanno vicine. Ne ridurrai l’intensità, contatterai la forza che la verità può avere su di te, contatterai la forza del sostegno. Questo ti aiuterà a non avere paura della tua paura. Camminare dentro per camminare fuori. Un percorso che parte da te e arriva agli altri.

 

“E vai e vai che presto i giorni si allungano
E avremo sogni come fari
Avremo gli occhi vigili e attenti e…”

2. Crea dei circuiti di abitudini quotidiane

Come hai cambiato le tue abitudini in queste settimane?

Nel libro Determinazione, la chiave della perseveranza, Martin Meadows riporta l’esempio della missione verso il polo sud capitanata da Amundsen che adottò la routine di percorre 15 miglia al giorno, tutti i giorni. La sua squadra raggiunse per prima il polo sud grazie a quella scelta di percorrere 15 miglia al giorno diventata poi un’abitudine.

In questo periodo hai scoperto che le abitudini possono essere cambiate e che nuove abitudini possono salvare la vita. Cosa farne di questo apprendimento?

Stabilisci nuove abitudini quotidiane che ti permettano di rimanere in equilibrio o lanciarti verso il cambiamento. Scegli le nuove abitudini che ti servono. Crea le tue routine. Non è difficile. Pensaci! Ne hai già tante, lavarti i denti, mangiare ad una certa ora, leggere, allenarti etc. La routine diventa una sorta di automatismo. Qualunque cosa accada, la farai.

Non devono per forza essere 15 miglia. Puoi stabilire routine anche piccole. Chiarito l’obiettivo, stabilisci delle routine coerenti per raggiungerlo. Diventeranno delle costanti delle tue giornate. Ti aiuteranno a raggiungere i tuoi obiettivi.

E non saltare un giorno. Saltarne uno, rende più facile saltarne altri, fino ad arrendersi. Scrivi un ok sulla tua agenda ogni giorno in cui hai raggiunto il tuo obiettivo.

Crea la tua abitudine alla determinazione.

3. Mettiti a disagio

Quando è stata l’ultima volta che hai fatto qualcosa di nuovo?

Per usare un’espressione che va tanto di moda, esci dalla tua zona di comfort.

Se ci pensi, tutto il mondo è stato costretto a farlo in questi ultimi mesi. Proprio per questo sforzo, individuale e collettivo allo stesso tempo, abbiamo scoperto e stiamo scoprendo nuovi modi di fare e di essere, nuovi modi di lavorare e di stare insieme, risorse creative e spirito di iniziativa. Abbiamo avviato nuovi progetti o generato nuove idee sul futuro e tanto altro.

Vai oltre quello che conosci, che sai fare bene e che ti lascia comodo. Sfidati. Fai qualcosa di diverso, di nuovo e di stimolante. Anche a costo di avvertire una sensazione di disagio. Vuol dire che stai apprendendo qualcosa di nuovo. Avviare un progetto, parlare in pubblico, presentare al tuo capo quell’idea che avevi nel cassetto da tempo, prendere la parola primo durante una riunione, raccontare quella cosa di te…

Ripensa agli ultimi mesi.

Lo hai fatto e puoi farlo ancora. E per quanto difficile e doloroso sia stato, ci ritroviamo qui ancora in piedi. Con nuovi apprendimenti.

4. Smetti di sabotarti

Cosa ti dice la tua voce interna?

Hai dato anche tu retta, almeno qualche volta, a quella voce interna che insinua dubbi e senso di impotenza. Mai come in questo periodo ti ha parlato costantemente. E, alla fine, hai finito col credere a quelle cose negative che diceva.

Cosa ti ha detto? Non ce la puoi fare? Andrà tutto male? Non hai possibilità?

E ti sei trovato anche delle giustificazione razionalmente convincenti. Ti sei ritrovato così in un vortice che, più o meno, suona in questo modo “non ci provo, questo è il momento peggiore per provarci, è colpa di questa crisi…”

Ti sei sabotato.

Sappi che sei in buona compagnia. Anche le persone determinate hanno dubbi e sono tentate di ascoltare quella voce che dice di mollare.

Come smettere di sabotarti?

Individua la voce interna che porta messaggi negativi. È espressione delle credenze limitanti che hai su di te e su tutto quello che ti riguarda.

Guarda le cose da altri punti di vista:

  • cerca persone intorno a te che sono riuscite dove tu ritieni di non poter riuscire. Se queste persone esistono vuol che è possibile fare quello che tu vuoi fare
  • osserva, raccogli e analizza quello che hanno fatto
  • chiediti come puoi replicare quei risultati
  • se conosci direttamente persone che ce l’hanno fatta dove tu hai difficoltà, chiedi loro consigli

Vedrai così che nel mondo c’è molto di più di quello che vedi.

5. Organizzati

Come hai riorganizzato le tue giornate?

Le persone che hanno mostrato di avere determinazione, sono collegate da alcuni elementi comuni come la capacità di organizzarsi, di essere costanti e affidabili. Pianificano una cosa e la fanno. Se ritieni di non essere organizzato non temere lo puoi diventare. Io non lo sono mai stato eppure ci sto riuscendo.

Alcuni suggerimenti per allenarti.

  • Concentrati sul miglioramento di aspetti precisi. Mettere in ordine la tua postazione di lavoro, pulire casa, riordinare la libreria, allenarsi ad essere puntuali etc. .
  • Fai piani giornalieri. Stabilisci le priorità della tua giornata e distribuiscile e monitorane l’avanzamento. Migliorerà la tua autodisciplina e ti renderà più perseverante.
  • Mantieni gli impegni presi, con te e con gli altri. Gli altri ti percepiranno più affidabile e lo farai anche tu. Questo ti permetterà di mantenere le promesse che farai a te stesso.

6. Allena la tua resilienza

Valuta la tua resilienza.

Come valutavi la tua resilienza due mesi fa?

Come la valuti oggi?

Scommetto che la consideri cresciuta.

La resilienza è la capacità di fronteggiare positivamente le esperienze negative. Proprio quello che hai fatto tu.

Le difficoltà ci sono state cosi come ci sono stati i cieli scuri. Sei stato resiliente e lo puoi continuare ad essere.

Trovi di seguito dei suggerimenti per allenare la capacità di trasformare le tue sfide, le cose negative, la stessa crisi che stai vivendo, in qualcosa di positivo.

  • Usa la tecnica della ricontestualizzazione. Piuttosto che pensare al problema che stai affrontando come un qualcosa che ti impedisce di raggiungere i tuoi risultati, puoi pensarlo come un’occasione per rafforzare le tue competenze, per crescere, per passare ad una nuova e più aggiornata versione di te. Visualizza il problema risolto e quello che hai fatto per risolverlo, le difficoltà che hai dovuto superare, le emozioni che hai dovuto gestire. Visualizza la crisi finita e la nuova vita che vuoi vivere. Questo ti aiuterà a vedere il problema da una prospettiva diversa. Ti farà vedere la strada. Ti renderà più resiliente.
  • Mantieni la connessione con la tua rete di amici e familiari. Ti aiuteranno a fronteggiare le sfide e a sapere che non sei solo. Ti aiuteranno a restare più calmo e centrato.
  • Esprimi gratitudine per quello che hai. Farlo ti aiuta a migliorare l’umore e a ridurre le emozioni spiacevoli. Ogni sera prima di andare a letto, scrivi 3 cose di cui sei grato. Basta un post it. Lascialo lì, sul tuo comodino e rileggilo la mattina dopo. Ne vedrai gli effetti benefici. Migliorerà il tuo umore.
  • Utilizza il modello ABCDE (acronimo inglese di adveristy, belief, consequence, disputation, energization) sviluppato da Seligman:
    • Avversità: descrivi un’avversità che hai fronteggiato. Descrivila nel modo più oggettivo possibile.
    • Convinzione: individua cosa ti stavi dicendo in quella occasione. La tua voce interna esprime una convinzione su di te.
    • Conseguenze: come hai agito in quella situazione a causa di questa convinzione?
    • Discussione: metti in dubbio la tua convinzione. Chiediti se è sempre vero? Cerca fatti che dimostrino il contrario. Sono sicuro che se cerchi ne troverai.
    • Energizzazione: riconosci le emozioni che hai provato nel seguire questi step e nell’aver messo in discussione le tue convinzioni.
  • Prenditi cura di te. Mangia sano, dormi ore sufficienti etc. Le persone resilienti non cambiano le loro abitudini quando si trovano di fronte ad un problema.
  • Rafforza il tuo problem solving. Ogni volta che hai la sensazione di non farcela, prendi carta e penna e fai una lista di cose che puoi fare per affrontare la situazione. Più alleni la tua creatività, più diventi esperto nel risolvere i problemi. Ti aiuterà anche guardare il tuo problema come se fosse quello di qualcun altro. Ne ho parlato nell’articolo Il paradosso di Salomone.

Fai questi allenamenti, raccogli le tue considerazioni e, se vuoi, puoi inviarmi le tue riflessioni, sarò lieto di risponderti.

Il tempo di questa crisi, nella sua tragicità, può essere un tempo fertile per una crescita individuale e collettiva. Le condizioni sono mature per ripartire più forti di prima, per conoscerti meglio, per mettere in campo tutta la tua determinazione.

Puoi scegliere di vedere tutto questo come un enorme insegnamento.

Scegli di essere determinato.

 

“Ma quando siete stanchi e senza neanche una voglia
Siamo noi quei pazzi che venite a cercare
Quei pazzi che venite a cercare
Quei pazzi che venite a cercare
Quei pazzi che venite a cercare”

 

Noi siamo quelli che restano.

SEI INTERESSATO A QUESTA TEMATICA? ECCO COME POSSO ESSERTI UTILE

È IL MOMENTO DI VIVERE
AL PIENO DELLE TUE POTENZIALITÀ

La realizzazione di questo futuro richiede lo sviluppo di competenze professionali e interpersonali che permettano di essere i leader di domani.

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Con questo blog voglio parlare al “potenziale” che è dentro di te: il lavoro che svolgo ha lo scopo di supportarti, di stimolarti e, allo stesso tempo, di darti uno schiaffo sulla faccia. Uno schiaffo che sappia di cura, di gentilezza, di cambiamento. Uno schiaffo che sappia di risveglio. Come quando la mattina apri gli occhi e inizi a guardare il mondo intorno a te e dentro di te con nuovi occhi.

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